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Descrizione

Dopo l'8 settembre anche nella val Chisone, in seguito allo sbandamento dell'esercito, si formarono dei movimenti di resistenza al nemico a cui aderirono reduci, operai, contadini, studenti, che ricuperarono nei presidi fascisti e nelle caserme sui colli, armi e vettovaglie. Il primo gruppo di partigiani prese vita a Sestriere, altri gruppi si formarono successivamente a Inverso Pinasca, Perosa, Pinasca e Roure: queste formazioni daranno vita alla Brigata Val Chisone (poi 1 Divisione Alpina Autonoma Val Chisone suddivisa in due Battaglioni: il Monte Albergian e il Monte Assietta), al comando di Maggiorino Marcellin, che sarà affiancato nel giugno '44 dal tenente di complemento Ettore Serafino. A Perosa si formarono due gruppi: l'uno di studenti guidati da Enrico e Gianni Gay e l'altro di operai, che poi si unirono e assorbirono anche il gruppo di Inverso Pinasca e Pomaretto.

 

La difesa partigiana prevedeva una linea morbida a Villaretto e un'altra più rigida al Laux. I primi scontri avvennero nella bassa valle: furono soprattutto prese di mira Perosa e Pomaretto per la loro posizione strategica di crocevia con la val Germanasca. Perosa fai presidiata massicciamente dai tedeschi, e i partigiani, nel corso dei due anni di guerra, la attaccarono ripetutamente. Per intimorire la popolazione, la zona venne chiamata con tanto di cartello "Territorio dei banditi", aumentarono i posti di blocco e lungo la linea della tranvia Pinerolo-Perosa furono portati molti ostaggi. Nel mese di maggio iniziarono imponenti rastrellamenti. Dalla fine di maggio del 1944 e per tre mesi, la val Chisone divenne una zona libera, anche se la guerriglia e i tentativi di incursione non cessarono e ogni giorno si moriva. I partigiani, per osteggiare il cammino dei nazifascisti, fecero saltare molti ponti e interi tratti di strada. I tedeschi intensificarono gli sforzi, prepararono un durissimo piano di guerra e ammassarono reparti a Perosa e in val di Susa. Gli scontri avvennero prevalentemente nell'alta valle, finché la zona libera cadde. I partigiani non si arresero, ma ripiegarono in val Troncea e le varie bande si suddivisero in piccoli gruppi verso destinazioni di diverse. Il periodo bellico vero e proprio della val Chisone ebbe così termine. Si susseguirono invece ancora per parecchi mesi massicci rastrellamenti sulle montagne per scovare i partigiani che continuavano a compiere atti di sabotaggio. Parecchi di loro furono catturati e uccisi. L'ultimo inverno di guerra vide le formazioni partigiane ulteriormente frazionare nei villaggi montani. Continuarono i rastrellamenti e le violenze, particolarmente nella bassa valle: altri partigiani caddero, ma costantemente le bande riuscirono a fronteggiare il nemico. Lentamente si avvicinava la primavera, i "ribelli" scesero a valle e si apprestarono a vivere l'ultimo scampolo del conflitto, la fase insurrezionale, che terminerà con la liberazione di tutta la valle il 29 aprile 1945.

 

Ad Inverso Pinasca a Cotarauta l'11 ottobre del 1944, in una grangia di questa località, Paolo Diena, un giovane ebreo studente in medicina che prestava la sua opera presso l'ospedaletto da campo della val Troncea, con un gruppo di partigiani cadde in un'imboscata tesa da una pattuglia tedesca. Il giovane fu ucciso da una raffica di mitra, gli altri vennero presi prigionieri.



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