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Descrizione

Charles Beckwith (1789 - 1862) ebbe molta importanza nelle nostre valli, come abbiamo visto nell'articolo del Durand sul francese nella zona, egli contribuì in modo decisivo all'emancipazione dei valligiani, facendone un popolo in grado di leggere e scrivere, i valdesi, e spingendo le autorità cattoliche a muoversi per non perdere consenso, anzi cercando di far convertire, senza gran successo, molti valdesi.

Prima di occuparci del colonnello anglicano, bisogna conoscere i motivi per cui Beckwith venne tra i valdesi: la situazione dei nostri progenitori dopo la restaurazione, era a dir poco tragica, difatti l'editto del 21 maggio 1814 per opera del re di Sardegna Vittorio Emanuele I cassava tutto quanto era stato istituito a partire dal 1798, compreso anche il trattamento economico ai pastori valdesi, e la perdita di tutti i beni acquistati durante il periodo della Repubblica e poi dell'Impero.

Si deve all'ambasciatore della protestante Prussia, il conte Waldburg-Truchsess, se nel 1816 fu concessa una sanatoria a valdesi ed ebrei sul possesso di tali beni e fu concessa la facoltà di esercitare professioni come il notaio, il chirurgo, lo speziale, l'architetto ed il geometra.

Restava comunque la questione del mantenimento dei pastori, e nel 1818 il pastore di Pramollo Ferdinando Peyran scriveva alla S.P.C.K. (Society for Promoting Cristian Knowledge) al maresciallo Wellington amico dei valdesi, questa lettera giungeva nelle mani del reverendo Stefhen Gilly (1789 - 1855) che nel 1823 giungeva nelle nostre valli.

Impietosito dalla situazione dei valligiani si propose di far conoscere agli inglesi quanto aveva visto e studiato. Il grosso volume che pubblicò nel 1824 di oltre 500 pagine ed intitolato "Narrazione di un viaggio nelle montagne del Piemonte e ricerche sui valdesi" fu ripubblicato tre volte a dimostrazione dell'interesse che esso aveva destato nel pubblico inglese. Questo volume molto probabilmente cadde nelle mani del Beckwith quando questi si recò a trovare il duca di Wellington suo generale durante le guerre contro Napoleone.

Il nostro aveva perso una gamba nella battaglia di Waterloo; dovendo abbandonare la carriera militare, si era dedicato alla filantropia. Giunto nelle nostre valli una prima volta nel 1827, egli vi ritornò regolarmente ogni anno fino al 1834 quando vi si stabilì definitivamente, prima a S. Giovanni poi a Torre. Beckwith si adoperò principalmente a riorganizzare la scuola elementare, ritenendo che per diffondere il "verbo" occorreva che il popolo fosse in grado di leggere la Bibbia. Istituì quindi le scuole di borgata, cosiddette "scuole Beckwith" o "Università delle capre" come preferiva chiamarle lui.

Si dedicò all'edilizia, costruendo e riparando in ogni parrocchia ed in ogni quartiere e borgata le scuolette, che molte volte trovavano sede in locali di fortuna od in stalle.

Logicamente egli provocava l'intervento dei Comuni o dei quartieri, assumendosi una parte degli oneri, e sorvegliando egli stesso i lavori. Nel 1848 le scuole delle valli erano salite a 169 con 4779 alunni su di una popolazione di circa 20.000 persone. Inutile osservare che l'insegnamento, in tempi in cui lo stato non se n'occupava, era del tutto confessionale ed in funzione della vita della chiesa.

Parimenti si devono alla sua attività, ed a quella del suo amico Gilly, la nascita e la cura della prima scuola Latina di Pomaretto.



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